Quando si parla di radici, i racconti che ascolto riguardano sempre la propria patria. Se osservo le mie, vedo il tricolore del mio passaporto troneggiare tra le mie erre arrotolate e l’amore per i sapori della terra in cui sono nata.
Riconosco la passione sublime per la natura tramandata da mio padre, i gesti del cuore che solo mia madre poteva nascondere sotto al cuscino per proteggermi dai brutti sogni. Soffio tra le labbra i testi poetici dei cantautori della mia adolescenza e mi sorprendo nel riuscire a tenerli sempre con me, come volessero guidare il mio passaggio. Sfioro le pagine del mio divenire tra i poeti e gli scrittori che mi hanno insegnato a pensare, ad essere, a vedere, a percepire. 

Le mie radici hanno scelto una vita in movimento. Per quanto possa sembrare un controsenso, hanno scelto di muoversi, senza rinnegare la propria nascita, ma danzando in un flusso costante di aria e di sogni. Hanno assaggiato il suolo di altri paesi, ne hanno assorbito le sfumature. Hanno accolto gli insegnamenti di altre culture, le loro luci e le loro ombre, senza scoraggiarsi, imparando dalla nostalgia, dall’imprevisto e dall’immergersi nell’incanto del noto e dell’ignoto di un solo istante.

Dalla fragranza di queste avventure è nata la collana di racconti “Briciole di Giappone“. Racconti brevi che cercano di catturare lo spazio di un’intuizione e di ripercorrere con la memoria i luoghi che hanno profondamente segnato la corteccia delle mie radici, facendomi sentire la loro mancanza ovunque io mi trovi. Tra mitologia, realtà e paesaggi incantati.

Gli splendidi abiti sfoggiati da ognuno di questi racconti sono stati pensati e creati dalla raffinata mano di un’artista d’eccezione, Shinja.

Buona lettura

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